La Sirenetta: quando si esce dalla confort-zone

Il 24 Maggio uscirà nelle sale cinematografiche il live-action remake de La Sirenetta targato Disney. La pellicola sarebbe dovuta uscire nei cinema già due anni fa, ma gli innumerevoli ritardi nelle riprese dovute ai disguidi che abbiamo vissuto tutti noi durante l’emergenza Covid hanno fatto sì che questo film vedesse la luce quest’anno, proprio in concomitanza con la prima capatina di Plutone in Acquario. Non serve che mi dilunghi su questo, anche perché non è il tema di questo articolo. Basti dire che le continue polemiche per la scelta di una protagonista di colore e per le modifiche a parte del testo di alcune canzoni, per renderle più congrue alla sensibilità del pubblico contemporaneo, sono di certo una manifestazione palese di alcuni problemi sociali e culturali che Plutone (il signore del profondo) vuole portare alla luce della consapevolezza pubblica.

Chiunque abbia amato, come il sottoscritto, questo capolavoro della Disney del 1989, sa benissimo che il “senso” della Sirenetta rifugge e rinnega la triste realtà delle cattiverie gratuite scritte sui social. Basti leggere la favola di Hans Christian Andersen del 1837 o guardare la pellicola animata uscita nel secolo scorso per afferrare quegli archetipi eterni (ma pur sempre in continua evoluzione) nei quali chiunque abbia nel tema natale almeno un valore del segno dei Pesci o in quella della Vergine non può non riconoscersi.

Secondo la mia opinione astrologica, la storia di Ariel, la piccola sirena figlia di re Tritone (una raffigurazione palese di Poseidone-Nettuno) che vuole esplorare (Giove) la terra degli umani ci fornisce infatti dei punti di riflessione per approfondire alcuni aspetti fondamentali dell’asse Vergine-Pesci, e anche dei segni opposti in generale.

Quante volte vi sarà capitato nella vita di confrontarvi con il vostro segno zodiacale opposto? La sensazione la conoscete: sono diversi da noi, a volte li rinneghiamo (a torto), eppure li cerchiamo e ci scontriamo sempre. Perché in fondo sappiamo che sono l’altra metà di noi in un esagono di binomi alla ricerca tesa di un equilibrio.

Ariel è una sirena, la settima e ultima figlia di Re Tritone-Poseidone-Nettuno. Vive nel regno del Segno dei Pesci, “In fondo al mar” in un mondo fantastico, fuori dalla storia, pieno di musica e di arte, dove l’uomo della terra viene mal visto, percepito come un pericolo. Un pericolo per quella bellezza quasi da sogno. La proibizione di Re Tritone, figlia di stereotipi, ai suoi sudditi di non salire in superficie è proprio la paura dei pericolo di cosa possa venire dal conoscere il Segno della Vergine. Un mondo reale, terreno, con un principe (Eric) che ama navigare e che non riesce a trovar moglie.

Ariel ed Eric non si realizzano nei loro rispettivi universi, il Mare-Nettuno e la Terra-Urano. Cercano un qualcosa di vago che gli sembra mancare. Eric festeggia il suo compleanno in mezzo al mare (rischiando di morire dopo che la nave affonda colpita da un fulmine-Giove) mentre Ariel risale continuamente in superficie desiderando di avere i piedi (anatomicamente simbolo dei Pesci, per controsenso) per compare quel desiderio (Nettuno) incolmabile di esplorare (Giove) la terra. Curioso è il fatto di quanto la Sirenetta sia immersa sin dall’inizio da una attrazione verso le caratteristiche della Vergine: colleziona (Vergine) gli artefatti umani (l’artigianato di Urano, esaltazione della Vergine) ed è estremamente curiosa (Mercurio, domicilio della Vergine). Dal punto di vista archetipico la Sirenetta è una Pesci (è figura salvatrice) che vuole diventare una Vergine. La sua evoluzione nel corso della Storia ci insegna prima di tutto come relazionarsi al nostro segno opposto! Si parte proprio dall’acquisizione delle sue qualità, per quanto estranee e incomprensibili ci possano sembrare, anche se alla prima occasione useremo una forchetta per pettinarci perché non sappiamo che si usa per il cibo.

C’è una parete sottile, uno specchio che deve essere rotto, per raggiungere il nostro segno opposto. Quando succede ad Ariel? Quando le qualità emancipatore di Urano da lei interiorizzate esplodono contro il padre Nettuno. Re Tritone distrugge la statua del Principe Eric (oggetto feticcio e sostitutivo dell’originale) e spinge la Sirenetta ad affidarsi a uno dei personaggi più plutonici del racconto: Ursula, la strega del mare. Ariel fa un patto con questo personaggio oscuro e manipolatorio e baratta la sua voce (il Toro) in cambio della trasformazione (lo Scorpione). Ogni coppia di segni opposti ha le sue regole! Avrà tre giorni di tempo per baciare il Principe per rimanere umana tutta la vita. Qui Pesci e Vergine devono sigillare la loro unione o saranno costretti a vivere nei loro rispettivi mondi per sempre.

La storia sappiamo come finisce: Ursula-Plutone viene uccisa dal Principe (Vergine) che la infilza con un relitto in mezzo al Mare (Pesci). Solo quando il Principe Eric (la Vergine) salva il regno di Trinone-Nettuno (i Pesci) può avvenire il miracolo (anche questo nettuniano): Re Tritone fa cadere i suoi pregiudizi sugli umani e trasforma lui stesso sui figlia in una creatura umana affinché possa sposare il suo amato. Nel finale gli umani e il popolo del mare festeggiano il matrimonio in pace e in armonia.

Fermiamoci per un momento a ragionare sulle due modalità con cui la Sirenetta (i Pesci) è diventata umana: nel primo tentativo ha barattato sé stessa in una situazione di conflitto ed ha fallito, nel secondo caso si è unita al suo complementare, il Principe Eric (la Vergine) e insieme hanno fatto cadere il muro di stereotipi e di non-conoscenza che divideva i due mondi.

Quante volte una pacifica Bilancia ha tenuto le distanze dal guerrigliero Ariete? Uno tenebroso Scorpione guardare con sufficienza la semplicità mondana del Toro? Gli scherzosi Gemelli sbuffare ai consigli sapienti di un Sagittario? Il dolce Cancro tenere le distanze dalle idee di arrivismo del Capricorno? O l’egocentrico ed elegante Leone che finge di non vedere o ascoltare le provocazioni estrose dell’Acquario?

Non mi voglio dilungare oltre, perché finirei per scriverne un libro. Ognuno di noi ha un suo opposto: su di esso riversiamo parti di noi che non accettiamo che, se guardiamo bene, ci completano e ci aiutano ad evolvere nel nostro percorso di vita. Se c’è una cosa che il film La Sirenetta insegna credo sia proprio questo. La chiave di questo viaggio non è la diffidenza, il preconcetto, la paura che l’altro ci faccia stare male o non ci capisca, ma è il dialogo nel suo senso più ampio. E per fare questo dobbiamo iniziare a interiorizzare e a metterci nei panni di chi o cosa c’è dall’altra parte della nostra confort-zone. Lasciarsi andare ed esplorare quello che c’è al di là.

La Sirenetta vuole diventare umana, perché non si sente completa (se guardiamo è infatti mezza donna e mezza pesce) e per ottenere quello che vuole cosa fa? Esce dalla propria confort-zone. Lo fa di fretta, perché psicologicamente è pronta ma le mancano i mezzi. Rompe gli equilibri che non la rendevano felice, e fra mille ostacoli ed errori, dai quali impara davvero cosa voglia dire essere umana, alla fine raggiunge il suo obiettivo. E scopre anche che per ottenerlo poteva percorrere strade meno pericolose.

Il Trigono Stellare

 

 

 

 

Che Giove Assista chi condivide!

Lascia un commento