Un nome, un’icona, uno stereotipo: Rodolfo Valentino.
Sono sufficienti queste due sole parole per lasciare libero spazio all’immaginazione collettiva perché – seppur nell’eventualità di non conoscere neanche una sua pellicola – queste due sole parole basterebbero ad evocare l’idea del macho per antonomasia, dell’amante latino che ha varcato i confini delle Colonne d’Ercole per approdare fino agli Stati Uniti d’America.
“Bello e impossibile, con gli occhi neri e quel sapor mediorientale” è stato il protagonista indiscusso del cinema muto, con il quale condivide sia la data di nascita sia quella della sua prematura scomparsa: una strana coincidenza vuole infatti che nascano sotto la stessa stella e che Rodolfo abbandoni le scene per un attacco di peritonite nello stesso anno in cui il cinema muto cede il passo all’avvento del sonoro.
Celebre per le sue interpretazioni di affascinanti quanto esotici personaggi e per lo sguardo magnetico – strumento basilare ed imprescindibile in mancanza di dialoghi – ha vissuto intensamente il successo e la sfera privata degli affetti, giocando sull’ambiguità della propria sessualità.
Dall’esordio ne I quattro cavalieri dell’Apocalisse (1921) – che ne consacrò subito il successo – passando per Lo Sceicco, Sangue e Arena, fino all’Aquila (1925), considerato da molti la sua migliore interpretazione, tutto ha contribuito ad alimentare la leggenda di Rodolfo Valentino, la cui morte in giovane età non ha fatto altro che amplificarne la fama.
Una serie di suicidi ha accompagnato le settimane immediatamente successive alla scomparsa dell’attore, che ha esercitato il magnetismo tipico dei nati in questo giorno sotto il segno del Toro, naturalmente portati ad incarnare le fantasie dei loro ammiratori.
Quest’anno Rodolfo Valentino torna ad essere protagonista sul piccolo schermo, interpretato da Gabriel Garko – unica nota di colore che mi sento di condividere a riguardo è la lunga sequenza censurata che indugia sul nudo integrale di Garko per ben 30 secondi – ma chiudo il mio omaggio al Latin Lover di sempre con una sua poesia, testimonianza di una sensibilità artistica altra dal cinema.
THE PHILOSOPHY OF A PESSIMIST
I do not care for money
made easily,
It is not lasting – I know.
I do not care for friends
made easily,
They are not lasting – I know.
I do not care for anything
that comes easily,
It never lasts – I know.
But I fell in love with you easily,
But, not lastingly – I know.
RODOLFO VALENTINO E’ NATO A CASTELLANETA IL 6 MAGGIO 1895 SOTTO IL SENSIBILE SEGNO DEL TORO