Nati il 4 aprile sotto il segno dell’Ariete: Anthony Perkins
L’ho scritto più volte, che alcuni personaggi vengono consacrati per dei ruoli interpretati, che non hanno lasciato spazio ad altre possibilità. Questo non deve essere molto gratificante per coloro che sperano sempre di avere modo di dimostrare i loro vari talenti sfaccettati.
A volte la verità invece sta nel mezzo, cioè che un attore ha dato talmente tanto al personaggio che ha caratterizzato che non gli resta molto altro per qualcun altro. Anthony Perkins è uno di questi, credo.
Come è possibile passare a ruoli meno tetri e allucinanti dopo aver impersonato Norman Bates? Davvero, se vogliamo aprire un dibattito freudiano sul film di Hitchcock dovremmo andare dietro nel tempo e scovare chi fu il primo figlio ad entrare in simbiosi con la propria madre, da non lasciare spazio a niente e nessuno.
Beh Anthony alla fine non se l’è passata poi così male, certo non gli avrei voltato le spalle in nessuna circostanza, ma sicuramente tutto il suo essere e la sua natura hanno visto nel personaggio di Norman, espressione di possibili tormenti personali. Per carità non voglio certo inoltrarmi in stupide elucubrazioni sulla sua personalità, ma raramente chi sembra tormentato, poi alla fine invece è uno orsetto contento pacioso. La verità è che come tutti i grandi attori, Anthony ha portato sullo schermo la parte oscura di sé, rendendola immortale. Non lo so, ma sotto sotto in fondo spero invece che Anthony sia stato un essere umano felice, ed entusiasta della vita, e che pieno di talento sia stato così bravo da liberarsi dei suoi demoni grazie a Norman. Lo spero davvero, perché ancora oggi, se si parla di Bates Motel, si immagina la scena della doccia e quel coltello che si abbatte sulla sventurata Janet Leigh…. l’orrore non ha mai avuti colori più tetri.