Nati sotto il segno dell’Ariete: i 120 anni della Gazzetta dello Sport
Se c’è una cosa che in Italia (e forse anche nel resto del mondo ma in Italia di certo) annulla le barriere sociali, economiche, culturali e di status è proprio lo sport.
Come a dire: al bar quando si parla della partita della Champions League o di quella della squadra di paese, delle olimpiadi e dello slalom gigante sono tutti uguali. Anzi, sono tutti coach! Valgono gli insulti, vietato offendersi e portare rancore. D’obbligo dirsi che non si capisce niente: in dialetto, in italiano perfetto, sottovoce o con le vene del collo pulsanti, poco importa.
E ad accompagnare ogni discussione calcistica c’è sempre lei, la Gazzetta dello Sport, il giornale più stropicciato in ogni bar che si rispetti. Lei, che di romantico ha solamente il colore rosa (come la maglia dei ciclisti vincitori). Lei che adora pungolare con argomenti polemici come le pagelle e, da qualche tempo, anche l’oroscopo! Lei, la Gazza, che ha battuto ogni record di vendita di quotidiani in edicola il 10 Luglio 2006, il giorno dopo la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio con 2.302.000 copie vedute.
Buon compleanno Gazzetta dello Sport, ancora una ragazzina dopo 120 anni, nata il 3 Aprile 1896 dal papà “il Ciclista” di Rivera e dalla mamma “la Tripletta” di Costamagna!