Alfredo James Pacino nasce a New York City il 25 aprile del 1940, sotto il segno del Toro, figlio di una casalinga e di un muratore di origini siciliane.
Inutile girarci troppo intorno: se si pensa ad un grande attore, dal talento cristallino ed eclettico, il nome di Al Pacino è tra i primi a venir fuori. Questo perché in lui si fronteggiano due estremi della recitazione: la perseveranza e l’attendibilità del Metodo, da una parte e la giocosità dell’attore, dall’altra.
Inizia molto presto a fare l’attore, lasciando gli studi a 17 anni perché annoiato dalla scuola e desideroso di dedicarsi anima e corpo all’arte della recitazione. Ma, come spesso succede, per realizzare i propri sogni, la strada può essere anche in salita e infatti Al, da buon toro, determinato e paziente, ha fatto per dodici anni i lavori più disparati: fattorino, operaio, traslocatore… metteteci in mezzo anche un arresto per possesso di arma da fuoco e capirete che la carriera di Al Pacino non è iniziata proprio nel migliore dei modi.
Poi però nel 1966, la svolta: Al viene ammesso all’Actor’s Studio, sotto l’insegnamento del leggendario Lee Strasberg. La fortuna comincia a girargli bene, il suo nome comincia ad emergere e dagli spettacoli Off-Broadway si sente il nome di Pacino anche in tv (dove debutta, nel 1968, nel serial N.Y.P.D).
Il primo ruolo al cinema arriva tre anni dopo, nel 1969, nel film Me, Natalie ma l’anno che segnerà in modo decisivo il suo futuro è il 1972: fra attori del calibro di Robert Redford, Jack Nicholson e Robert De Niro, Francis Ford Coppola sceglie lui per il ruolo di Michael Corleone ne Il padrino e nei suoi seguiti. Ed è proprio grazie a questo ruolo che ottiene la sua prima nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. Il resto è storia. Serpico, Scarface, Carlito’s way sono solo alcuni dei film indimenticabili di cui è stato protagonista.
Ormai dagli anni Settanta, il 76enne Al Pacino è uno di quegli attori che ruba la scena, incarnando perfettamente sia la corruzione dell’animo umano sia l’aspirazione alla redenzione. E’ anche uno degli ultimi di una generazione di interpreti (che comprende anche Robert De Niro) che hanno portato in auge i moderni anti-eroi del nuovo cinema americano.
Una delle sue caratteristiche principali, che ne fanno un interprete da brivido, è la sua tendenza alla creatività estrema, basata su una disciplina spettacolare, tipica del toro, attraverso la quale ha costruito negli anni ruoli di grande fantasia espressiva.
Oggi dedica più tempo a progetti personali e si concede qualche apparizione nel cinema di fattura più grossolana anche perché da buon toro è comunque un amante della vita serena e della tranquillità.
Resta comunque un pezzo importante di storia del cinema, un attore che con il suo lavoro ancora oggi costituisce un termine di paragone impegnativo per chiunque intenda avvicinarsi alla recitazione.
Oggi compie 76 anni. Tanti auguri Al Pacino!