Nati il 23 novembre sotto il segno del Sagittario: Sai Baba
È vero che ad una prima superficiale occhiata può sembrare Abatantuono nella sua performance cinematografica peggiore, ed è anche vero che per i figli del tubo catodico italiano anni 80 era una specie di santone miracoloso.
Certo, non dimentichiamo che noi negli anni ’80 guardavamo il drive in col tenerone rosa!
Perché io nei templi dell’Andra Pradesh, dove nel 1940 circa Sathya Narayana Raju divenne Sai Baba, ci sono stata. E la religiosità del popolo indiano ha una dolcezza, una limpidezza di spirito, una grandezza d’animo che merita non solo il rispetto ma l’ammirazione da parte di tutto il mondo.
Così Sai Baba, che dichiarò essere la reincarnazione di Shirdi Sai Baba e quindi di avere poteri divini secondo la religione induista, attraverso la religione portò in tutta la sua immensa nazione idee di uguaglianza sociale e di collaborazione sociale.
Sai Baba infatti credeva che l’uomo avesse una natura divina (tutti gli uomini indipendentemente dalla loro casta) e che avesse il dovere in vita di risalire a questa stessa natura.
In più credeva che l’istruzione, la salute e la soddisfazione dei bisogni primari dovessero essere garantiti a tutti, indipendentemente dalla condizione economica.
Ora, è vero che usava i miracoli per attrarre su di se l’attenzione (per sua stessa ammissione) ma se il suo scopo era cercare di portare uguaglianza in una società divisa come quella indiana, direi che fu un ottimo pubblicitario di se stesso!
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