anche per me che non sono stata dotata d orecchio sopraffino e che nel pentagramma ci disegnavo le stelline, c’é un nome sopra a tutto che si lega alla lirica e che ci rimarrà per sempre: Maria Callas, la Divina.
come sempre la storia ci insegna, un conto é saper fare bene una cosa ed un altro é farla con personalità.
Certamente la sua voce “giungeva attraverso i timpani fino ai nervi, alle cellule più segrete e recondite della mente, del cuore” come disse Zeffirelli e che raggiunse un’elasticità senza precedenti ce lo dice anche la sua collega Renata Tibaldi “La cosa più straordinaria era che potesse eseguire il canto di coloratura con quella voce enorme! Fantastico, davvero”.
ma in lei era la passione ad accompagnare le note, erano la forza ed il dramma della sua persona a la pelle e raggiungere gli organi di chi l’ascoltava. Lei che voleva assomigliare ad Audrie Hapburn, lei che frequentava i salotti milanesi degli anni cinquanta, che si era lasciata intrappolare dallo star-system, che rinunciava al palco per le feste e le cene, lei che ha contaminato i personaggi dell’opera con le espressioni cinematografiche della Hepburn e della Garbo. Lei che ha amato follemente l’armatore Onassis che non la sposò mai e la uccise di dolore quando la lasciò per Jackie Kennedy. Lei era Maria Callas, dalle passioni imponenti come il suo profilo, ed anche Biagi ricorda “in lei questa violenza dei sentimenti”.
ANNA MARIA CECILIA SOFIA KALOGHEROPOULOS nacque sulla fifth avenue di NYC probabilmente il 2 dicembre 1943 sotto il libero ed incontentabile segno del sagittario.