Nella vita avere fede è sicuramente una marcia in più.
Credere in qualcosa, che poi sia di fatto un dio, una forza, un corpo celeste, poco importa, la fede smuove mari e monti e noi dovremmo saperlo bene.
Quello che forse non tutti si possono ricordare, me compresa, è lo straordinario evento che avvenne nel 1978. Contro ogni pronostico, verdetto, toto-scommesse e chi più ne ha più ne metta, un piccolo e ingenuo prete polacco, venne invitato a vestire il ruolo terreno, fondamentale per la chiesa cristiana. È il 16 ottobre 1978, e Karol Wojtyla, viene eletto papa Giovanni Paolo II.
Ora posso pensare al giubileo che questo ha comportato nei fedeli, e anche forse un certo sbigottimento: chi l’avrebbe mai detto che un piccolo uomo, schivo e sicuramente non avezzo alla notorietà, potesse poi divenire il Grande Papa che tutti noi conosciamo.
Perché questo gli va riconosciuto, atei o credenti che siamo, Karol Wojtyla è stato un esempio per tutti. Per quelli che hanno sempre pensato che la chiesa fosse sinonimo di castigo e pentimento, lui ha sovvertito l’immagine, andando in mezzo ai poveri, istituendo i Papa Boys, pellegrinando a Cuba; perchè a lui la vita piaceva.
Per i fedeli, è stata una speranza, una luce nell’oscurità che ha saputo davvero donare conforto e forza.
Io appartengo alla schiera di atei, o comunque battezzata sotto la chiesa protestante; e Papa Giovanni II ha per me sempre rappresentato una figura positiva. Un uomo che posto davanti ad una difficile e ardua missione, non si è tirato indietro e ha perseguito nei suoi ideali, rispettando quello che forse era il volere superiore? Non sta a me dirlo, sicuramente Karol, ai tempi della sua vita in Polonia, è stato un eroe perché già allora si è prodigato a difendere gli inermi, i più deboli dalle persecuzioni, fossero di stampo politico o di stampo fanatico. Quello che mi piace “usare” come paragone, è la capacità di un piccolo uomo di fare la differenza.
Un uomo che fino all’ultimo ha creduto in quello che faceva.
Un uomo che ha sofferto per portare agli altri speranza.
Un uomo sicuramente da rispettare e onorare.
Anche se non cattolica praticante, in quanto essere umano con un cuore, non posso far altro che gioire del fatto che 34 anni fa, ad un anno e passa dalla mia nascita, questo uomo è salito al trono di San Pietro ed ha illuminato il 21° secolo.
Il giorno che è morto, è stato un giorno triste.
LA CONCLAZMAZIONE DI KAROL WOJTYLA A PAPA GIOVANNI PAOLO II, AVVIENE A ROMA IL 16 OTTOBRE 1978, SOTTO LA BENEVOLA INFLUENZA DEL SEGNO DELLA BILANCIA