« La qualità della musica attuale è crollata ad un livello talmente schifoso che un pezzo di disco music degli anni ’70 ci sembra un’opera d’arte. »
Così inizia la bio di Elio su wikipedia. Di un Elio che per anni ha preso in giro i giornalisti con nomi inventati (il più bello è Roberto Gustavivi!) ed è diventato l’indiscusso re della canzone social-demenziale italiana.
All’inizio si esibiva in concerti i cui unici spettatori (scalpitanti) erano pensionati e, no, le groupies non gli lanciavano i reggiseni sul palco… Per fortuna! Poi, alla metà degli anni ’80, tra i giovani milanesi giravano le musicassette con registrazioni rubate delle sue esibizioni dal vivo nei locali. Così le canzoni degli “Elii” venivano imparate e cantate dai ragazzi con lo stesso spirito di anticonformismo delle feste alcoliche nell’epoca del proibizionismo o delle prime sigarette nel sottoscala.
E’ così che “Cara ti amo” e “John Holmes una vita per il cinema” hanno un super successo come testi che, in un mondo in cui la musica spesso ha temi ricorrenti e monotoni, sanno trovare nuovi argomenti ed un punto di vista divertente e cinico sulla nostra società.
Forse però non tutti sanno che Elio ha battuto il record mondiale, nel 1990, per una canzone cantata e suonata dal vivo con 12 ore ed anche quello della canzone più condensata cantando “la terra dei cachi” in meno di un minuto… E ancora gli “Elio e le storie tese” hanno lanciato un’innovativa operazione di marketing con i “cd brûlé” masterizzati e venduti caldi caldi alla fine di ogni concerto.
Da un decennio almeno Elio e la sua band fanno delle loro canzoni una satira ed insieme una denuncia verso la classe politica e per questo la stessa Rai li censuro’ durante un concerto del 1 maggio. Chiaramente questo non li ha fatti desistere e dai salotti più chiacchierati del momento (come quello della Dandini) continuano la loro denuncia.
Probabilmente per bilanciare il bagno di mediocrità cui ha deciso di aderire partecipando come giudice a x factor, l’ultimo album di Elio si chiama “gattini” ed e’ una rivisitazione in chiave sinfonica dei successi storici della band con il quale sta facendo ancora il giro dei più importanti teatri italiani… Giusto per dimostrare che il diploma al conservatorio ce l’ha anche lui… E si sente!
STEFANO ROBERTO BELISARI è NATO A MILANO IL 30 LUGLIO 1961 SOTTO IL SEGNO DEL LEONE, NOTO ANIMALE DA PALCOSCENICO!
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