Se ad un pranzo qualsiasi doveste avere la fortuna di trovarvi al tavolo la bocca della verità, care amiche accettate di buon grado ogni consiglio uscirà dalle sue fauci e fatene tesoro! Si sa, a nessuno piacciono le critiche, men che meno a me, che soffro di una sindrome assai fastidiosa, la SUP! Ad oggi molti scienziati si stanno interrogando sulla sua origine, ma ben pochi hanno cominciato a capirne il significato.
Chi se ne frega degli scienziati, parliamo di quello che attanaglia, noi toro, pescioline, e le altre signore del circolo zodiacale.
I nostri capelli sono specchio dell’anima. Altro che occhi. Quelle sono leggende e massime partorite, quando tutte andavano in giro con cuffiette di crinolina e non avevano molta scelta: o tosapecore o indiani a farti lo scalpo!
Per questo quando, con nonchalance la mia amica (di cui mantengo l’anonimato per preservare la sua vita sociale, nonché futuro) fra un sorso di acqua e un boccone di bresaola ha proferito codeste parole … “: ma sai che hai i capelli di un colore piatto” mi è tornato su il brunch di 5 anni fa! Nooooooooooo, ho pensato, questo mai… tutto ma non i capelli smorti, scialbi, e soprattutto la faccia da bonza! Perché come dice il detto purtroppo chi va col colore piatto impara a sbiadire, anche in faccia…
Riflessanti di tonalità calde, colpi di luce, meches, colpi di sole, e chi più ne ha più ne metta, sono praticamente vocaboli, anzi no mantra che tutte noi conosciamo perfettamente. Almeno una volta nella vita le abbiamo provate queste magie, oppure come me, tutte.. per fortuna che la permanente è lontanissima dal mio concetto di stile sulla chioma, per cui direi che siamo passati attraverso tutte le fasi da fine anni 70!
Or dunque mi sono posta la domanda, ma sarà mica che siamo tutte un po’ troppo stereotipate? E non la mia amica per aver giustamente suggerito un cambio repentino, ma perché oggi come oggi non esistono più le varianti. Mi spiego meglio, o siamo more o siamo bionde. Le rosse, a parte qualche fortunata irlandese di provenienza, sono tornate nell’ombra, eppure io me le sono sempre immaginate come banshee splendide dagli occhi verdi. Io purtroppo sono nata con capelli biondo cenere, e occhi azzurri, pertanto il mito della banshee è ben lontano dall’essere raggiunto, soprattutto perché di efelidi non ne ho neanche una! Tranne appunto quando non uso la crema solare protezione 50, e mi ustiono modello aragosta, anche all’ombra del salice piangente. Ma non divaghiamo.
Insomma ho pensato e ripensato, a cosa potessi davvero andare a fare per intervenire su questa nefasta serie di eventi che hanno portato il mio capello ad ammosciarsi.. e allora ho pensato, ma sai che c’è??? Che non voglio essere bionda, ne mora. Ma neanche rossa, non potendo minimamente aspirare ad un colore naturale, così ho pensato bene di correre dalla fornitrice ufficiale dei parrucchieri milanesi, e scegliere la pozione adatta a me. E così ho fatto: riflessante biondo miele… ora, per quelle poche che ancora non capiscono la differenza, vorrei fare una precisazione, nell’eventualità che siate davanti ad una cartella colore, ricordatevi sempre quali sono le vostre radici. E in questo caso, dico alla lettera, perché se malauguratamente siete nate con il rossiccio intrinseco nel vostro bulbo capillare, state certe che qualsiasi e sottolineo qualsiasi colore voi andrete a scegliere come riflessante, questo andrà ad enfatizzare la vostra natura.
Così è stato per me.
Non mi lamento, poteva andarmi peggio.
Ma alla fine com’è come non è, confesso che al momento della phonata c’è sempre un po’ di suspense, perché cambiare, anche di una virgola, fa sempre bene, a noi stesse, al nostro specchio, e perché no… anche alla nostra natura…